Il tema degli Edifici a Energia Quasi Zero (nZEB) è diventato un argomento molto discusso soprattutto dopo gli ultimi sviluppi in materia di efficienza energetica della normativa europea. In un mercato quanto mai vasto che tende a confondere e mescolare definizioni, nomi e standard costruttivi, vogliamo cercare di chiarire meglio le differenze che intercorrono tra un Edificio a Energia Quasi Zero e una Casa Passiva.
Edifici a Emissioni Quasi Nulle: cosa sono
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Secondo la Direttiva 2010/31/UE emanata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio sulla prestazione energetica degli edifici, gli Edifici a Energia Quasi Zero (detti anche nZEB – Nearly Zero Energy Building) sono edifici ad altissima prestazione energetica. La richiesta bassissima o quasi nulla di fabbisogno energetico dovrebbe essere garantita dall’energia proveniente da fonti rinnovabili, sia quella prodotta in loco sia nelle vicinanze. Da ciò si deduce che le costruzioni nZEB possono essere realizzate a partire dagli standard europei previsti per le altre strutture ad alta prestazione energetiche, tra cui le Case Passive.
L’Unione Europea in ogni caso non chiarisce in modo preciso quali siano i canoni richiesti affinché un edificio possa considerarsi un nZEB, né tanto meno specifica in che proporzione le fonti rinnovabili debbano soddisfare la sua richiesta energetica. Da ciò che si legge nell’articolo 9 della direttiva questo compito è invece affidato agli Stati Membri. Quindi, ogni Stato dell’UE ha la facoltà di attribuire a un edificio la definizione di nZEB in base ai rispettivi parametri nazionali, regionali o locali.
Nonostante la poca chiarezza delle direttive europee in materia di fabbisogno energetico di un Edificio a Emissioni Quasi Nulle, possiamo comunque farci un’idea di questo concetto a partire dagli elevati standard previsti dalle certificazioni più severe: PassivHaus e CasaClima.
Per una casa passiva, l’istituto tedesco prevede un fabbisogno energetico per il riscaldamento minore di 15 Kwh/mqa. Ancora più restrittivi sono gli indici dell’Agenzia CasaClima per i quali una casa può considerarsi realmente passiva se i suoi consumi sono inferiori a 10 Kwh/mqa.
Tuttavia, questi valori di per sé possono lasciare indifferenti i non esperti del settore energetico ma, se rapportati a quelli dei comuni edifici, ci renderemo conto che la differenza è abissale.
Si parla infatti di 150-250 Kwh/mqa nel caso di edifici non coibentati e di 80-120 Kwh/mqa in quelli più nuovi, costruiti dagli anni ’90 in poi.
Edifici a Emissioni Quasi Nulle: come si realizzano
Per soddisfare prestazioni energetiche talmente elevate è necessario che gli edifici di nuova costruzione siano realizzati agendo simultaneamente su due fronti:
- Ridurre al minimo la richiesta energetica già in fase di costruzione dell’edificio, mediante una buona coibentazione della struttura e l’adozione di strategie passive per l’ottimizzazione degli apporti solari.
- Impiegare le fonti rinnovabili per rispondere (in parte o completamente) al fabbisogno energetico dell’edificio.
I mezzi necessari per rendere un edificio nZEB sono numerosi e dipendono in gran parte dal contesto climatico in cui la struttura sarà edificata. Tra questi strumenti ad esempio possiamo ricordare:
- l’isolamento esterno e interno dell’edificio;
- l’utilizzo di vetri a più camere;
- un corretto orientamento dell’edificio;
- l’introduzione di schermature solari per far fronte al surriscaldamento estivo;
- l’eventuale impiego di tetti verdi e via dicendo.
Il fabbisogno energetico di un edificio (benché minimo) deve poi essere coperto in parte o del tutto dall’utilizzo di fonti rinnovabili, installando ad esempio un impianto fotovoltaico, pannelli solari termici o un impianto microeolico.
In un edificio nZEB dunque si guarda soprattutto al bilancio energetico finale, grazie al sostegno di fonti energetiche rinnovabili.
In una Casa Passiva invece si pensa principalmente al comfort ambientale dei suoi inquilini, sia in inverno che in estate, che viene assicurato dall’involucro edilizio. Pertanto questa può considerarsi una delle differenze sostanziali tra un Edificio a Emissioni Quasi Nulle e una Casa Passiva. Ma prendiamo ora in esame quest’ultima tipologia e vediamo cosa s’intende in bioedilizia per “casa passiva“.
Case Passive: cosa sono
Le Case Passive sotto molti punti di vista si possono considerare migliori rispetto al vago concetto di Edifici a Emissioni Quasi Nulle, poiché stiamo parlando di costruzioni che già in fase di progettazione sono state pensate per rispondere in modo ottimale alle condizioni climatiche esterne anche senza l’ausilio di energie rinnovabili.
Una Casa Passiva ad esempio è confortevole anche senza l’abbinamento a fonti rinnovabili, di conseguenza permette un buon risparmio sia da un punto di vista economico che in termini di emissioni di CO2.
Le Case Passive cui si aggiungano installazioni a energie rinnovabili diventano a tutti gli effetti edifici nZEB.
Inoltre, questo tipo di costruzioni, nonostante l’aggiunta di impianti a energie rinnovabili, è esteticamente più gradevole rispetto ad altri cui si aggiungono installazioni non concepite in fase progettuale. Questo aspetto non è da sottovalutare perché l’integrazione architettonica del fotovoltaico è necessaria per mantenere la gradevolezza sia dell’edificio che dell’intero contesto urbano.
Quindi è sempre meglio optare per un edificio che sia in grado di fornire già in partenza un involucro edilizio con eccellenti prestazioni energetiche anziché ricorrere all’impiego di energie alternative quando l’edificio risulta energeticamente inefficiente.
Edifici a Emissioni Quasi Nulle e Case Passive: la grande differenza
In conclusione, dopo aver analizzato in linea generale come distinguere una casa passiva da una nZEB, possiamo affermare che lo scopo primario di entrambe le tipologie è quello di ridurre la quantità di energia derivante da fonti fossili impiegata per il riscaldamento o il raffrescamento.
Gli Edifici a Emissioni Quasi Nulle riescono quasi ad azzerare la loro richiesta energetica annuale attraverso per lo più l’ottimizzazione degli apporti energetici. Ciò è possibile sfruttando le energie rinnovabili, l’illuminazione naturale, il riscaldamento e il raffrescamento solare passivo. Tuttavia non sempre si raggiungono dei risultati significativi in termini di contenimento della dispersione energetica.
Le Case Passive d’altro canto tendono al raggiungimento di un bilancio energetico molto basso grazie a elevati spessori di isolamento termico, involucri edilizi ad alta tenuta all’aria e infissi di ultima generazione. In questo caso, quindi, si punta in particolar modo sull’efficienza dal punto di vista della domanda energetica dell’edificio e all’ottenimento di un eccellente comfort ambientale.