Migliorare l’efficienza energetica di case ed edifici, riducendo le emissioni di CO2 del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. Questa la proposta lanciata la scorsa estate dalla Commissione europea per concretizzare il Green Deal Europeo.
La scorsa settimana, con una nuova proposta ancora al vaglio delle istituzioni europee, la Commissione rimette mano alla Direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia (Energy performance building directive, Epbd).
I nuovi standard per la certificazione di efficienza energetica investiranno la stragrande maggioranza dei nostri edifici pubblici e privati, con conseguenze non poco trascurabili in quanto a vendite e locazioni.
Ma cos’è la certificazione energetica e cosa cambia con la nuova proposta UE?
Cos’è la certificazione energetica?
Indice dei Contenuti
- 0.1 Cos’è la certificazione energetica?
- 0.2 A cosa serve la certificazione energetica?
- 0.3 Quali sono le classi energetiche?
- 1 Quali novità introduce la proposta di Direttiva UE?
- 1.1 Le tappe intermedie verso l’obbiettivo emissioni zero del 2050
- 1.2 Quando sarà obbligatoria l’APE?
- 1.3 Un quadro sull’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano
- 1.4 I rapporti annuali sulle certificazioni energetiche
- 1.5 Cosa succederà agli edifici con classe energetica bassa?
- 1.6 Come Accedere agli Incentivi con Immobilgreen.it
- 1.7 Iscriviti alla Newsletter di Immobilgreen.it
L’APE (Attestato di Prestazione Energetica) è un documento con validità di 10 anni, necessario per attestare il rendimento energetico di un immobile.
A cosa serve la certificazione energetica?
Con l’APE si definisce l’efficienza energetica di un edificio, attribuendo ad esso una classe energetica. La classe energetica indica quanto un immobile consuma o risparmia di energia.
Infatti, nella certificazione energetica vengono indicate tutte le informazioni necessarie relative all’isolamento termico e al consumo energetico dal momento della costruzione dell’immobile.
Dal 31 dicembre 2025 l’APE dovrà seguire un modello unico europeo predefinito, questo significa che verrà meno la discrezionalità nel redigerlo dei vari Stati Membri e che vi sarà un unico modello per tutto il territorio UE.
Quali sono le classi energetiche?
Le classi energetiche degli edifici sono dieci, ordinate da quella più performante a quella che, al contrario, consuma più energia: A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G.
Quali novità introduce la proposta di Direttiva UE?
Se la proposta di Direttiva dovesse venire confermata, cambierà in senso più stringente la certificazione dell’efficienza energetica degli edifici.
L’obbiettivo a cui si punta è che entro il 2050 tutti gli edifici siano a emissioni zero, con conseguente stretta sugli immobili con classi energetiche inferiori.
Le tappe intermedie verso l’obbiettivo emissioni zero del 2050
A fronte degli ambiziosi obbiettivi tracciati dall’UE, le tappe intermedie per il passaggio di classe energetica, che dovrebbero traghettare verso l’obbiettivo zero emissioni, saranno però differenziate a seconda che si tratti di edifici pubblici o residenziali.
Gli Stati Membri dovranno assicurare che gli edifici pubblici:
- dal 2027 rientrino almeno nella classe energetica F;
- entro il 2030 raggiungano la classe E;
Gli edifici residenziali, cioè case e appartamenti, dovranno rientrare:
- dal 1º gennaio 2030 almeno nella classe F;
- dal 2033 salire almeno alla classe E;
Per la prima scadenza, che dovrebbe entrare in vigore nel 2027, tuttavia esiste già una deroga di 3 anni per i condomini e anche per chi compra se si impegna a mettere in regola l’immobile.
Inoltre, sempre dal 2033, sarà obbligatorio ristrutturare casa entro 3 anni dall’acquisto dell’immobile.
Solo per gli edifici storici, dedicati al culto, ufficialmente protetti o temporanei, oppure inferiori ai 50 metri quadrati, sono previste alcune esenzioni.
Quando sarà obbligatoria l’APE?
Se in precedenza era già fatto obbligo di essere in possesso dell’Attestato di Prestazione Energetica al momento del rogito – quando si acquista, si affitta, si vende, si è in procinto di importanti ristrutturazioni agevolate dal fisco o di costruire una nuova casa – con la nuova proposta l’obbligo sarà esteso anche ai casi di rinnovo del contratto d’affitto.
Un quadro sull’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano
Stando ai dati Istat l’87% degli immobili certificati è di classe D o inferiore. Ne emerge una fotografia del nostro patrimonio immobiliare che, alla luce delle nuove disposizioni UE – in considerazione del fatto che molto del nostro patrimonio immobiliare risale a più di trent’anni fa – non lascia spazio a facili ottimismi.
Infatti, su 12,5 milioni di edifici residenziali presenti sul territorio italiano, oltre 7 milioni di edifici sono stati costruiti prima del 1970, epoca in cui non era data alcuna attenzione alla sostenibilità energetica.
I rapporti annuali sulle certificazioni energetiche
Anche i rapporti annuali sulle certificazioni energetiche di Enea, che tra l’altro ha dato vita al portale SIAPE (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica), non lasciano adito a dubbi.
Prendendo a riferimento le certificazioni degli immobili residenziali per il periodo che va dal 2016 al 2020, l’87,9 % degli immobili a riferimento rientra in classe D o peggiore.
A fine del 2020, più del 94% delle case edificate fino al 1970 risultavano in classe D o inferiore. Gli edifici più recenti, costruiti tra il 2006 e il 2015, con classificazione energetica sufficiente (D) sono appena il 44,6%.
Cosa succederà agli edifici con classe energetica bassa?
In definitiva, gli edifici con classe energetica G, quindi peggiore rendimento energetico, saranno da considerarsi fuori mercato, a meno che non passino di classe energetica.
Dal 2027 (o al più tardi 2030), per vendere o affittare un immobile, potrebbe diventare obbligatorio un rinnovo della classe energetica, che prenda in considerazione la classe energetica di partenza e quella a cui l’immobile può arrivare.
Ciò significa che nel nostro Paese ci sono 12,6 milioni di case in classe G che necessiteranno di costose ristrutturazioni e 8,9 milioni di case in classe F su cui intervenire, ma in modo meno radicale.
Inevitabilmente, le nuove prescrizioni UE non avranno un impatto solo sugli edifici già esistenti, ma anche su quelli di nuova costruzione, considerando la necessità di dover rivedere tutti i regolamenti su edilizia, impianti e materiali.
Inutile dire che per raggiungere l’efficientamento energetico richiesto dall’UE, a maggior ragione se la nuova direttiva verrà approvata, sarebbe auspicabile che il governo italiano prorogasse i superbonus al 110%, strumento indispensabile per concretizzare il rinnovamento del patrimonio immobiliare nazionale.
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