Certificazione Energetica: Normative e procedure per ottenere l'APE

Certificazione Energetica: Normativa e procedure per ottenere l’APE

La prevenzione degli sprechi di energia e la riduzione dei consumi energetici, rappresentano una delle priorità della UE, al punto tale da prefissarsi un traguardo importante: quello di ridurre del 20% il consumo di energia primaria entro la fine del 2020. Grazie all’attuazione di diverse normative europee in fatto di risparmio energetico che si sono succedute negli anni, l’Europa ha condotto gradualmente i vari stati membri all’adeguamento delle proprie leggi nazionali. A questo scopo, sono stati creati dei sistemi di etichettatura specifici volti a classificare il rendimento energetico degli edifici, migliorando anche le procedure per ottenere la certificazione energetica, in molti casi obbligatoria.

Progetto 20-20-20: meno inquinamento e più risparmio in bolletta

L’abbassamento dei consumi energetici voluti dall’Unione Europea ha una duplice funzione: la riduzione delle emissioni inquinanti di CO2 e il risparmio economico a lungo termine degli immobili. Secondo le stime compiute dalla UE in base al progetto”20-20-20”, entro il 2020 sarà possibile ottenere un notevole risparmio sulla fornitura di energia, dell’ordine di circa 1000 euro annui per ogni nucleo familiare, per un totale di 220 miliardi di euro di risparmio economico globale.

Cos’è il certificato energetico degli edifici?

Si chiama APE ed è l’attestato di prestazione energetica, un documento ufficiale, in linea con la normativa europea sulle certificazioni energetiche (2002/91/CE) e compreso nel Dlgs 192/2005, attraverso il quale viene specificato il rendimento o la prestazione energetica di un immobile.
Gli obiettivi di questa certificazione sono molteplici e possono essere riassunti nei punti seguenti:
1. Proteggere l’ambiente dalle emissioni nocive di CO2;
2. Rendere palesi i consumi energetici e gli eventuali sprechi di energia degli edifici, in modo tale da spingere i proprietari degli immobili alla riqualificazione;
3. Aumentare la domanda di edifici a basso consumo energetico e incoraggiare le riqualificazioni energetiche;
4. Offrire l’opportunità, al consumatore finale che intende acquistare un’immobile, di poter valutare in modo trasparente le prestazioni energetiche della struttura;
5. Permettere al nostro Paese di abbassare i costi della spesa energetica sia del petrolio che degli altri idrocarburi investiti nella produzione di energia.

Certificazione energetica: quando è obbligatoria

Vediamo ora, caso per caso, in quali circostanze è obbligatorio produrre l’attestato di prestazione energetica e a chi spetta richiederlo.
1. Vendita dell’immobile: l’APE è a carico del venditore/proprietario dell’immobile;
2. Affitto dell’immobile: anche in questo caso sarà il proprietario/locatore dell’immobile a richiedere il certificato energetico. Tenendo presente che solo per i nuovi contratti di locazione (o sub locazione) sussiste l’obbligo di allegare l’APE al contratto di affitto. I rinnovi di contratto, invece, restano esclusi. Questa regola non vale solo per i privati, ma anche per i contratti di locazione riservati alle aziende e di leasing.
In entrambi i casi, di vendita o affitto, è indispensabile che il certificato energetico sia messo a disposizione del compratore/affittuario prima del termine delle trattative.
3. Nuove costruzioni e ristrutturazioni importanti: in questa circostanza, il certificato energetico deve essere richiesto direttamente dal costruttore o dalla società edile responsabile dei lavori. Questa documentazione andrà poi allegata a quella che si riferisce all’agibilità dell’edificio.
Per quanto riguarda invece le ristrutturazioni importanti, ovvero quelle che interessando il 25% dell’intera struttura esterna, l’APE andrà richiesta sempre dal costruttore o dalla società edile ogni qualvolta si debba intervenire in modo significativo per cambiare la prestazione energetica dell’edificio.
In tutti i casi, la validità del certificato energetico è di 10 anni ed è vincolata alla verifica periodica dell’efficienza energetica dell’edificio, attraverso l’esame degli impianti di riscaldamento e climatizzazione presenti nell’immobile e di eventuali importanti interventi di ristrutturazione dello stesso.

La certificazione energetica: quando non è obbligatoria

Dalla richiesta dell’APE, invece, sono dispensati:
1. I piccoli immobili isolati che non superano un’area di 50 mq;
2. Gli edifici non residenziali e/o rurali che non sono provvisti di impianti di climatizzazione/riscaldamento;
3. Gli immobili artigianali e industriali che sono climatizzati per specifiche esigenze riguardanti il processo produttivo;
4. Immobili non residenziali che non prevedono impianti di climatizzazione (box, garage, depositi, cantine, etc.).

Sanzioni previste in caso di mancata presentazione dell’APE

Se nei casi stabiliti dalla legge, non viene prodotta la certificazione energetica, sono previste delle sanzioni, queste riguardano:
1. Da 500 a 18.000 euro per i proprietari degli immobili che affittano, vendono o pubblicano inserzioni prive di indicazioni sulla prestazione energetica;
2. Da 1.000 e 6.000 euro per il direttore dei lavori che non allega la certificazione energetica alla dichiarazione di fine lavori, in caso di edifici di nuova costruzione o di importanti ristrutturazioni;
3, Da 500 a 3.000 euro per gli amministratori di condominio, responsabili dell’ispezione periodica sugli impianti di climatizzazione (come climatizzatori e caldaie), che tralasciano i loro obblighi.

Come scegliere il certificatore energetico

La compilazione dell’APE è di competenza di una specifica figura professionale che può operare come libero professionista o essere dipendente di una società privata o un ente. Questo tecnico specializzato, chiamato certificatore energetico, deve essere registrato negli appositi elenchi regionali e rilasciare le certificazioni in base alle norme regionali. Pertanto, il passo fondamentale verso la scelta del certificatore sarà quella di verificare che sia iscritto agli albi preposti.

Conclusioni

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