Testo di Nicola Tommasini
Il progetto dell’ampliamento di Casa Riccardo nasce dalla necessità di fornire all’abitazione esistente nuovi spazi interni, quasi a seguire, in termini ideali, la crescita del nucleo familiare.
Il tema è appunto quello della ricerca sulle modalità e sui termini di crescita e sviluppo degli edifici, al di la degli espedienti normativi necessari allo scopo (vedi Piano Casa).
Siamo nella frazione Valfiorita, nel territorio comunale di Negrar, all’interno di un territorio posto a margine del paesaggio agrario e boscato, ma oggi completamente satura da un tessuto edilizio consolidato sviluppatosi a partire dalla fine degli anni ‘70 e fatto di abitazioni signorili (ville singole o bifamiliari) o di villette a schiera immerse in un’area verde parcellizzata in giardini privati. L’elemento più interessante della casa esistente è forse la fitta e ricca vegetazione che, negli ultimi 30 anni, è cresciuta fino a saturare gli spazi del giardino attorno alla casa; nata, quest’ultima, paradossalmente, sull’area di un’ex cava e quindi in origine particolarmente spoglia.
Curioso notare, allora, come oggi, nelle modalità di crescita ricercate da Orlando Lanza, il rapporto con il giardino sia ribaltato rispetto al passato: prima era forse la casa che, con la sua “fondazione” ha dato origine allo sviluppo del giardino ed oggi, al contrario, sono le piante che hanno guidato e indirizzato la direzione di crescita del nuovo corpo. L’abitazione esistente presenta caratteristiche formali tipiche di un linguaggio anni ‘70, ma abbastanza anonime. È composta da due unità disposte su due livelli e su di un terreno in forte pendenza, risolto da diverse balze. L’unità oggetto di ampliamento è quella posta più in basso, con un fronte est addossato al pendio e con la possibilità quindi di ampliamento e di prendere luce solo da ovest, verso il giardino.
È proprio da questa criticità che parte il progetto, e quindi dallo studio di come, da una parte, relazionarsi al giardino e alla luce del tramonto, e, dall’altro, garantire ugualmente la corretta illuminazione degli spazi più interni, finiti in secondo piano. Il progetto risolve il problema con un colpo solo: attraverso la realizzazione di uno spazio molto aperto e vetrato – la lanterna – agganciato alla casa e a sbalzo sul pendio e verso l’ovest e caratterizzato in sezione da una copertura a falde ribaltata, con il compluvio al centro e le due falde rivolte simmetricamente verso il nuovo e verso l’esistente. La sezione è la vera arma di questo progetto, capace di innescare, percorrendo la zona giorno verso il nuovo ampliamento, un gioco di compressione e di dilatazione che “apre” lo spazio del nuovo soggiorno verso i cipressi nel giardino ad ovest ed il paesaggio.
Dal punto di vista compositivo poi si è cercato di rendere evidente e formalmente autonomo il nuovo corpo, anche dal punto di vista tettonico, allontanandosi ciò dall’idea di costruzione come scatola muraria. I nuovi spazi creati occupano il vecchio portico esistente e si proiettano a sbalzo, poggiando su costoloni che nascono dal piano seminterrato, senza occupare nuovo suolo. La giacitura subisce, per effetto anche della volontà di carpire più luce possibile e di rivolgersi ai cipressi, una leggera rotazione/deformazione rispetto all’esistente. La leggerezza della nuova struttura rispetto al piano seminterrato, da cui sembra trarre origine, è ben chiarita dalla scelta di chiudere lo spazio da ampie vetrate e da una parete di tamponamento rivestita in legno passato a fiamma con integrato un pannello d’oscuro scorrevole. E il piano sottostante, al contrario, è reso come fortemente materico, terroso, grazie ad un rivestimento in pannelli di sughero tostato auto-espanso lasciato a vista, quasi fosse una sezione verticale del terreno.
È forte il legame con la terra anche nel percorso di accesso, sul pendio a sud ovest, che passa prima da una rampa in cemento (con ossidi di ferro) e poi da una scala leggera in lamiera di ferro ossidato per arrivare ad una piccola serra captante che media l’ingresso all’abitazione.
All’interno gli spazi dell’esistente e del nuovo sono fusi, senza stacchi netti o soglie. Qui emerge in maniera molto forte, nell’interazione con l’arredo fisso, la volontà di assonanza con il materiale grezzo e vivo, con il segno del lavoro artigianale, della mano e del tempo. Lo si vede ad esempio nella grande libreria/divisorio, un intricato gioco di piastre in ferro ossidato e montanti in legno grezzo, di recupero, oppure nell’anta dell’armadio recuperata da un pianale di lavoro consunto dai passaggi della sega di un laboratorio di marmisti. Anche nella scelta e nella sperimentazione dei materiali di rivestimento degli interni (interessanti le pigmentazioni date in pasta negli intonaci) emerge il gusto per la materia grezza, autentica. E il risultato sono interni che non possono che essere “ricchi”, di segni unici e irripetibili e mai modulari, di particolari singolari, risultato di un’incessante e minuziosa attività di disegno che ha forse, come riferimento, sia la lezione Scarpiana e sia il mondo di un lavoro artigiano che rifiuta la standardizzazione.
Ciò che emerge, dal progetto di casa Riccardo, non è solo l’interessante esercizio del disegno di uno spazio domestico senza dubbio riuscito nel suo “orientatarsi” al paesaggio ed alla luce, ma anche e soprattutto un’occasione, sfruttata appieno, di come, con un progetto di ampliamento, si possa anche riuscire nell’intento di ri-significare un’intera abitazione, la sua storia, i suoi interni, il suo rapporto con il terreno, la luce ed il verde, il suo equilibrio di interno ed esterno.
Dopo 8 anni di esperienza lavorativa a Berlino dal 2000 sono operativo a Verona dove collaboro con la mia collega arch. Cristina Rizzo.
Ci occupiamo prevalentemente di edilizia residenziale sia come ristrutturazione, ampliamento o nuova costruzione. Da sempre, per formazione e per passione siamo particolarmente esigenti nella cura dei molteplici aspetti che investono una costruzione, piccola o grande che sia. Dal progetto, calibrato tra le esigenze del cliente ed il rapporto con il contesto, alla sua messa in opera con la scelta dei materiali...