Detrazioni 50% per ristrutturazioni

Bonus Ristrutturazioni 2017: tutto quello che serve sapere

Parola d’ordine: modernizzare

Dopo aver parlato di Ecobonus e Sismabonus, eccoci alle prese con l’approfondimento dedicato al bonus ristrutturazioni, previsto dalla nuova Legge di Bilancio, che oltre alle singole abitazioni, coinvolge anche condomini, alberghi ed agriturismi situati nel territorio dello Stato.

In un’Europa in cui diventa sempre più importante mettersi in linea con le nuove esigenze di ecocompatibilità, dunque, l’Italia proroga fino al 31 dicembre 2017 gli incentivi a favore di chi vorrà ristrutturare e modernizzare la propria casa in legno o in muratura, rendendola più green.

Percentuale di sgravio, tetti e tempi dell’agevolazione

La detrazione per il bonus ristrutturazioni è del 50% su un importo massimo di 96.000 euro per unità immobiliare per anno. Il rimborso della spesa sostenuta avverrà, come già visto per l’ecobonus, in 10 anni, con rate annuali di pari importo.

Lavori di ristrutturazione ammessi

Vediamo insieme quanti e quali interventi rientrano tra quelli agevolati:

  • interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali o sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze;
  • interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi;
  • interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto;
  • lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche (ascensori o montacarichi, installazione di strumenti idonei alla mobilità interna ed esterna di portatori di handicap gravi);
  • interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del
    compimento di atti illeciti da parte di terzi (cancelli, grate, porte blindate, casseforti, fotocamere collegate a vigilanza privata, ecc..);
  • interventi finalizzati alla cablatura degli edifici e al contenimento dell’inquinamento acustico;
  • interventi effettuati per il conseguimento di risparmi energetici;
  • interventi per l’adozione di misure antisismiche come opere per la messa in sicurezza statica;
  • interventi di bonifica dall’amianto e opere per evitare gli infortuni domestici;
  • riparazione di impianti per la sicurezza domestica (per esempio, la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa mal funzionante);
  • installazione di apparecchi di rilevazione di gas;
  • monitoraggio di vetri anti-infortunio;
  • installazione corrimano.

Presso l’Agenzia delle Entrate possono essere richiesti dettagli per gli specifici interventi individuati.

I beneficiari

Passiamo ora ai beneficiari del bonus ristrutturazioni. Trattandosi di una detrazione dall’IRPEF, l’agevolazione può essere fruita da tutti i contribuenti assoggettati all’IRPEF, sia residenti che non residenti in Italia, che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile oggetto di intervento, oppure siano acquirenti di immobili che facciano parte di fabbricati interamente ristrutturati da imprese o da cooperative edilizie.

Sono compresi quindi anche i soci di cooperative divise e indivise, gli imprenditori individuali (per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce) e i soggetti che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

L’Agenzia delle Entrate ricorda inoltre che lo sconto fiscale per il recupero del patrimonio edilizio (articolo 16-bis del TUIR – Testo Unico Imposte Reddito) si applica alle spese sostenute non solo dai proprietari dell’immobile, ma anche dai familiari con loro conviventi al momento dell’inizio dei lavori.

Ai proprietari, si aggiungono in altre parole anche le seguenti categorie di potenziali beneficiari:

  • i non proprietari, titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie), come il conduttore, gli usufruttuari, il nudo proprietario, i locatari o comodatari, che abbiano sostenuto personalmente le spese per gli interventi di ristrutturazione agevolabili,
  • i familiari conviventi, in caso di interventi di recupero del patrimonio edilizio, la detrazione fiscale spetta anche al familiare convivente non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi, anche se non titolare di un contratto di comodato;
  •  i conviventi di fatto, con la risoluzione n. 64/E, l’Agenzia delle Entrate ha dato il via libera alla detrazione delle spese per lavori di ristrutturazione sostenute dal convivente more uxorio non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi, anche se non titolare di un contratto di comodato.

Unioni civili

Il documento di prassi spiega che, ai fini dello sconto fiscale, la disponibilità dell’immobile da parte del convivente risulta insita nella convivenza stessa, senza necessità che trovi fondamento in un titolo contrattuale.
La legge n. 76/2016, in tema di unioni civili, pur non equiparando la convivenza di fatto all’unione fondata sul matrimonio, ha attribuito valore giuridico a questa formazione sociale, rilevando un “legame concreto” tra il convivente e l’immobile destinato a dimora comune.

Il Bonus può essere infine richiesto anche da chi esegue in proprio i lavori sull’immobile relativamente alle spese sostenute per l’acquisto del materiale.

Fase preliminare di compravendita di un immobile

Se è stato stipulato un contratto preliminare di vendita – compromesso – chi ha comprato l’immobile può usufruire del Bonus ristrutturazioni 2017 in tre casi:

  1. se è stato immesso nel possesso dell’immobile;
  2. se esegue i lavori di ristrutturazione a proprio carico;
  3. se è stato regolarmente registrato il compromesso.

In caso di finanziamento

Il Bonus ristrutturazioni può essere richiesto anche se i lavori sono stati pagati con un finanziamento. Il contribuente in questo caso può richiedere lo sconto IRPEF del 50% ma la società finanziaria dovrà pagare tramite bonifico, seguendo tutte le indicazioni per la compilazione (indicando il CF del soggetto per il quale si effettua il pagamento) e il titolare dell’agevolazione fiscale dovrà conservare la ricevuta del bonifico.

I documenti necessari per fare la richiesta

Per richiedere il bonus, innanzitutto è essenziale indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell’immobile. Si dovranno produrre, per presentare la richiesta agli uffici dell’Agenzia delle Entrate, i seguenti documenti:

  • domanda di accatastamento;
  • ricevute di pagamento dell’imposta comunale ICI-IMU;
  • delibera dell’assemblea per l’esecuzione dei lavori (parti comuni edifici residenziali) e tabella della ripartizione delle spese;
  • dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori;
  • concessioni, autorizzazioni allo svolgimento dei lavori o dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà indicante data di inizio lavori e compatibilità con le spese ammesse al Bonus ristrutturazioni.
  • Per quantificare la spesa sostenuta faranno fede i bonifici bancari o postali effettuati in cui indicare:

causale del versamento: bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986;
codice fiscale del beneficiario della detrazione;
codice fiscale o Partita Iva del beneficiario del pagamento;
codice fiscale dell’amministratore o del condomino che effettua il pagamento (quando gli interventi realizzati riguardano le parti comuni dei condomini);
codice fiscale, da indicare nel bonifico, di tutte le persone interessate al Bonus ristrutturazioni 2017 (quando ci sono più persone che sostengono la spesa e che intendono fruire della detrazione).

 

Ricordiamo, in conclusione, che il Bonus ristrutturazioni 2017 non è cumulabile con l’Ecobonus al 65% e con gli altri Bonus casa introdotti o confermati con la Legge di Bilancio 2017.

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